Gangi

Nominato Gioiello d’Italia nel 2012 e Borgo dei Borghi nel 2014, Gangi, appoggiato sul Monte Barone da cui guarda sua maestà l’Etna, è un delizioso paesino medievale circondato da mura, un’altalena di silenziose stradine strette e di luci ambrate che si riflettono sui bellissimi monumenti ricchi d’arte e di storia. A scapito della tranquillità che caratterizza i suoi vicoletti, Gangi è un luogo molto vivace, noto per il fermento culturale e gli svariati eventi che si susseguono durante l’anno.

Uno dei simboli della cittadina è rappresentato da Palazzo Bongiorno, meraviglioso esempio di architettura settecentesca le cui stanze sono affrescate magistralmente dal pittore romano Gaspare Fumagalli.

Nella piazza principale incontriamo la Chiesa Madre dedicata a S. Nicolò, che contiene il Giudizio Universale di Giuseppe Salerno e delle bellissime statue lignee. Nelle viscere di questa chiesa si trova una cripta nota come “a fossa di parrini” (fossa dei preti), in cui sono esposte le mummie di alcuni sacerdoti che vissero a tra il ‘700 e l‘800, all’esterno invece la Torre dei Ventimiglia, divenuta il campanile della chiesa, è uno splendido esempio di architettura tardo-gotica.

Data 1300 uno degli edifici religiosi più belli del borgo, la chiesa della Badia, le cui pareti sono completamente decorate ed i pavimenti ricoperti di maioliche.

Il Palazzo Sgadari (XIX sec) è oggi sede della Pinacoteca Giambecchina, del Museo Civico, del Museo delle Armi e di quello antropologico, un luogo ideale per scoprire la cultura madonita.

La famiglia Ventimiglia costruisce nel XIII secolo il castello di Gangi, passato nelle mani di diverse famiglie nobili nel corso degli anni che lo hanno modificato ed abbellito. Edificato in funzione prettamente difensiva, il maniero fu eretto sullo strapiombo settentrionale del monte Marone, regalando ancora oggi un’incantevole vista del parco della Madonie.

La chiesa di San Cataldo, protettore della città, è nota per il suo campanile decorato con ceramiche colorate e per le diverse opere dei pittori Salerno e Quattrocchi custodite al suo interno.

Infine, alla base del monte Marone, si trova la Torre Saracena, costruita durante la dominazione normanna a scopo protettivo, aveva come unico accesso un arco ogivale ad una rilevante altezza che permetteva a chi di guardia di entrare attraverso un ponte mobile. Oggi purtroppo di questa torre rimane ben poco, ma si possono ancora scorgere delle merlature originali.

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