La macabra cripta di Gangi che affascinò Escher

Nel noto borgo medievale di Gangi (PA), esiste un luogo di cui non si sente parlare spesso ma che ha affascinato in tanti, uno tra tutti l’artista olandese Maurits Cornelis Escher, il quale creò una litografia dal titolo “Mummified Priests in Gangi, Sicily, 1932”. Più recentemente il National Geographic ne è stato così attratto da finanziare un progetto di ricerca ed analisi al fine di indagare dettagli relativi a stili di vita passati e tecniche di mummificazione dell’epoca.

Nel ventre della Chiesa Madre, la Fossa dei Parrini custodisce infatti le mummie di preti che hanno svolto le loro funzioni religiose a Gangi tra il 1728 e 1871 circa. Ciò che stupisce sono i volti dei sacerdoti, scrupolosamente riprodotti in cera, ma anche la tecnica utilizzata per la mummificazione, realizzata con essiccazione naturale. All’interno della cripta infatti si trova un colatoio che serviva a posizionare i corpi per la disidratazione, l’essiccamento e il drenaggio dei liquidi, secondo una pratica simile a quella egizia.

Dopo anni di inagibilità questo luogo così particolare è nuovamente visitabile, forse non si tratta di una visita adatta a tutti, ma rappresenta indubbiamente una pagina meno nota della storia siciliana, fonte di aneddoti ed informazioni.

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