Geraci Siculo
Alle pendici delle Madonie, in una delle zone più belle della Sicilia, sorge il piccolo borgo di Geraci Siculo, un coacervo di case affastellate di impianto medievale, con strade strette e cortili raccolti, arricchito da antiche chiese e dai ruderi di un castello di probabile origine bizantina, prima vera dimora della famiglia Ventimiglia che lo trasformò in fortezza militare. Agli inizi del ‘400 infatti Castelbuono sostituì Geraci come sede della capitale della contea dei Ventimiglia, ma Francesco I morì a Geraci, preferendo il salto nel vuoto con il suo cavallo piuttosto che consegnarsi ai nemici. Episodio rievocato architettonicamente dal Salto del Ventimiglia, una struttura in vetro e acciaio sospesa per alcuni metri sul vuoto, da cui godere di una vista spaventosamente spettacolare.
Visitare Geraci Siculo è come fare un viaggio nel tempo nel cuore della Sicilia, nelle sue tradizioni e nella sua storia, il consiglio è quindi quello di perdersi tra i suoi vicoletti ed i suoi cortili per immergersi completamente in questo viaggio.
Poco fuori dal centro abitato trovate il maestoso “bevaio” della Santissima Trinità, costruito per volere del marchese Simone Ventimiglia, luogo in cui tutt’oggi molta gente, anche dai paesi vicini, giunge per ristorarsi e riempire brocche della famosa “acqua Geraci”.
Tra le chiese che meritano una visita menzioniamo quella del Collegio di Maria, ma soprattutto quella di Santa Maria Maggiore, che custodisce opere pittoriche e scultoree davvero pregevoli.
La gita alla scoperta di Geraci Siculo può concludersi giungendo nella zona più a nord del paese, dove si erge l’ultimo dei più significativi edifici religiosi: la chiesa di San Bartolomeo, in essa sono presenti varie opere, tra cui spicca un legno policromo intarsiato raffigurante il santo, datato al sec. XVIII. Infine suggeriamo di visitare la piccola chiesa di Santa Maria La Porta, costruita nel 1496, al cui interno si trova un altro capolavoro della bottega dei Gagini, ovvero il magnifico polittico in marmo policromo dell’altare maggiore.
